ERICH  NEUMANN


Neumann può essere considerato come uno dei più importanti autori di psicologia analitica. Egli ha seguito l’orientamento teorico junghiano e ne ha sviluppato autonomamente alcuni aspetti.

Sono 2 i temi centrali trattati da Neumann:

1 - Psicologia femminile

2 - Creatività artistica

Anche se questi due temi sembrano lontani tra loro, nell’opera di Neumann sono interconnessi.

Infatti, la guarigione psichica comporta un processo trasformativo della personalità che secondo Neumann consiste in un evento creativo: la presenza della funzione creativa esprime una modalità sana di funzionamento della personalità ed essa è presente nell’individuo che ha recuperato un rapporto benefico con il femmineo, con l’Anima. Il femmineo infatti presenta due caratteri: elementare (tende a trattenere tutto ciò che da esso, il femmineo, si genera) e trasformativo (spinge verso il cambiamento, la trasformazione, la creazione). La creatività è femminile e l’artista, in quanto tale, deve essere in grado di sviluppare in sé la propria dimensione femminile.

  •  IPOTESI GENETICA DELL’EVOLUZIONE PSICHICA

Secondo Neumann è troppo riduttivo attribuire lo sviluppo psichico solamente a fattori legati agli eventi della vita personale. E’ necessario individuare e comprendere anche i fattori transpersonali dello sviluppo psichico. E’ vero che i rapporti con i genitori e i traumi infantili sono determinanti nello sviluppo dell’individuo, ma è anche vero che gli elementi della psiche che trascendono l’individuo e affondano le radici nell’inconscio collettivo, sono fondamentali.

L’idea portante è che lo sviluppo dell’umanità e dell’individuo (filoontogenetico) procedano analogamente verso una differenziazione via via maggiore dalla matrice inconscia da cui proveniamo, per raggiungere una struttura stabile della coscienza, senza tuttavia perdere il contatto con le origini della psiche. Lo sviluppo psichico procede verso gradi maggiori di differenziazione dall’inconscio e conduce alla formazione della coscienza.

Neumann, ricollegandosi al concetto junghiano di inconscio collettivo (introdotto da Jung per spiegare i fenomeni psichici non riconducibili alla storia soggettiva), sviluppa l’ipotesi genetica dell’evoluzione psichica già presente in Jung. Quest’ultimo infatti aveva ipotizzato che l’archetipo - elemento psichico collettivo, non legato all’esperienza personale - può essere trasmesso in via ereditaria nella sua componente strutturale.

Secondo Neumann vi è un parallelismo tra sviluppo ontogenetico e filogenetico, nel senso che l’individuo, nel corso del suo sviluppo, ricalca le orme dello sviluppo della propria specie.

Ma il contributo più originale apportato da Neumann è l’ipotesi in base alla quale gli stadi evolutivi della personalità del singolo uomo sono rintracciabili nelle grandi mitologie dell’umanità.

Neumann cerca di dimostrare che l’evoluzione della specie umana ha lasciato le sue tracce sedimentate nelle immagini archetipiche della mitologia: egli cioè rintraccia nella mitologia gli stadi dello sviluppo della personalità dell’uomo occidentale (traccia un parallelo tra le grandi mitologie e lo sviluppo ontogenetico e filogenetico).

Analizzando gran parte della mitologia egizia, ebraica e greca, Neumann individua un parallelismo tra alcuni temi fondamentali in essa contenuti e il processo di formazione della coscienza e cioè di sviluppo - Lo sviluppo della coscienza procede per stadi detti “stadi mitologici”:

  • 1° stadio - Uroborico - L’urobos è l’immagine del serpente che si morde la coda, simbolo della totalità indifferenziata.

Alla nascita l’individuo è completamente inconscio e vive in uno stato di totale indifferenziazione nel senso che l’Io è contenuto nell’inconscio, non si è ancora da esso differenziato. Tale stadio corrisponde ad una fase filogeneticamente e ontogeneticamente precedente lo sviluppo della coscienza. In questo senso il bambino non è ancora nato ed è ancora contenuto nell’uroboro materno - questo stadio è rappresentato dall’immagine archetipica di quelle cosmogonie che rappresentano l’universo prima della separazione del cielo dalla terra e dell’elemento maschile da quello femminile.

  •  INCESTO UROBORICO

Da questo stato originario emerge a poco a poco un Io embrionale labile, debole e dipendente dalla Grande Madre, archetipo quest’ultimo che contiene in sé sia un aspetto distruttivo che un aspetto protettivo ed accogliente. In termini psicologici possiamo dire che in questa fase sono presenti due spinte contrarie, una spinge propulsivamente verso la differenziazione e l’altra verso lo stato di

fusione originaria(totale protezione e nutrimento - tendenza regressiva). La tendenza regressiva a reimmergersi nell’indifferenziato è definita da Neumann “incesto uroborico”: quest’ultimo rappresenta simbolicamente la morte, l’annullamento, la dissoluzione del figlio nella madre.

A livello filogenetico possiamo supporre che, in un’era primordiale dell’umanità, la coscienza dell’uomo (labile e soggetta a disgregazione) sia emersa dalla totale inconscietà.

Secondo Neumann la Grande Madre della relazione primaria oltre a rappresentare per il bambino la dea che decide della vita e della morte, è anche colei che giudica e dà sentenze e che è in grado di generare nel figlio sensi di colpa lesivi al suo sviluppo. Una cattiva relazione precoce con la madre infatti può generare nel bambino la sensazione di non essere amato abbastanza in quanto giudicato dalla Grande Madre indegno d’amore per una qualche ragione, una sua colpa. Si tratta di un “senso di colpa primario” che nessuna razionalizzazione successiva può cancellare e che ha segnato lo sviluppo di una psiche che troverà sempre ragioni sufficienti a giustificare tale senso di colpa.

  • INCESTO MATRIARCALE

All’incesto uroborico segue l’incesto matriarcale che coincide con l’età psichica dell’adolescenza. Esso rappresenta una castrazione (o dissoluzione della coscienza egoica) di cui può esser vittima un Io adolescenziale che non è ancora in grado di fronteggiare le forze simboleggiate dalla Grande Madre che di fatto tende a perpetuare lo stato indifferenziato. Nei miti le Grandi Dee Madri sono sempre appaiate con la figura del figlio-amante che è completamente impotente di fronte allo strapotere della dea madre - Adone, Attis, Narciso, ecc.

Ma lo sviluppo della coscienza e della personalità necessita dell’uscita da tale stato di indifferenziazione e questo è possibile solo attraverso l’atto eroico dell’Io di affrontare e distruggere la Grande Madre (che castra), e uscire dal cerchio uroborico. Affinché l’Io possa sostenere il confronto con la madre archetipica deve, dunque, consolidarsi autonomamente come coscienza di sé ed essere sufficientemente forte da scindere la situazione originaria di indifferenziazione in coppie di opposti. La prima scissione fondamentale è quella che avviene tra la parte conscia della personalità che ha per centro l’Io, e la parte inconscia.

L’Io eroe è spesso rappresentato nelle mitologie: la storia dell’eroe come è rappresentata nel mito, è la storia esemplare dell’autoemancipazione dell’Io dal potere dell’inconscio. L’eroe rappresenta la nuova coscienza e il drago che l’eroe deve affrontare è l’inconscio.

Lo sviluppo della coscienza e della personalità necessita oltre che l’atto eroico dell’Io di uccidere la Grande Madre (autrice della castrazione matriarcale = drago = tendenza ad essere riassorbiti dallo stadio psichicamente superato), anche dell’atto eroico di uccidere il padre. Questi è autore della castrazione patriarcale, che si realizza attraverso due forme:

1 - La prigionia, che impedisce all’Io di disancorarsi dai valori del padre portatore della norma collettiva, impedendogli di prendere contatto con le proprie forze creative (anima).

2 - La possessione, che consiste nell’identificazione col padre divino.

In entrambe i casi, la castrazione patriarcale, contro cui l’Io eroico deve combattere, comporta uno sradicamento dalla dimensione più istintuale.

Dunque l’eroe, nella lotta contro il drago, deve superare non solo il padre ma anche la madre: il confronto con essi non è mai personale ma tranpersonale.

L’eroe è il nato due volte: egli rinasce, così come ha dimostrato Jung, attraverso l’incesto. L’Io, penetrando attivamente nell’inconscio, subisce una trasformazione che lo fa accedere alla sua vera natura e lo fa rinascere come un altro.

  • LO SVILUPPO PSICOLOGICO FEMMINILE

Neumann evidenzia una decisiva differenza tra lo sviluppo psicologico femminile e quello maschile.

Il primo stadio, detto stadio uroborico si manifesta sia nel bambino che nella bambina. Il rapporto originario tra madre e figlia è tuttavia diverso da quello tra madre e figlio: mentre quest’ultimo sperimenta la madre come un tu diverso ed estraneo, la bambina vive la madre come un tu simile e familiare, con il quale si identifica. La bambina a differenza del bambino permane dunque in uno stato di identità fusionale che le permette di raggiungere la propria femminilità nell’identificazione con la madre stessa.

 

 

DROGHE E SOSTANZE