GOLDSTEIN

La Teoria Organismica 


I risultati delle osservazioni condotte sui cerebrolesi della prima guerra mondiale lo portarono a rifiutare la teoria delle localizzazioni cerebrali, per sostenere una teoria unitaria del cervello e, più in generale, dell’organismo, detta Teoria organismica (o olistica). Secondo questa teoria la lesione cerebrale più che provocare la perdita di una specifica funzione si ripercuote sull’organizzazione globale delle funzioni psichiche e sulla personalità globale del cerebroleso. Infatti le funzioni abitualmente svolte dalle strutture lesionate possono essere ricoperte da altre aree del cervello.

Secondo la teoria della personalità organismica di Goldstein, l’organismo si comporta come un tutto e non come un insieme di parti. Il comportamento umano e il funzionamento cerebrale non possono essere spiegati come una semplice somma di diverse funzioni. Come già sostenuto dai gestaltisti, il tutto è superiore alla somma delle singole parti; quel che accade ad una parte del sistema si ripercuote sull’intero sistema stesso.

In altre parole la personalità individuale è indivisibile, per cui è necessario considerarla nella sua globalità, tenendo conto di legami e relazioni non solo tra psichico e somatico, ma anche tra le diverse funzioni psichiche.

La personalità normale è per Goldstein integrata e coerente. Il principio di funzionamento su cui si basa è proprio l’integrazione, un’integrazione che non deve considerarsi come uno stato già dato (dal quale si può deviare dando origine alla patologia), ma come una meta.

  • LA PULSIONE DI AUTOATTUALIZZAZIONE O AUTOREALIZZAZIONE

E’ il tema centrale della teoria della personalità di Goldstein. Tutte le motivazioni che sottendono i comportamenti umani hanno le loro radici nell’unica motivazione ad autorealizzarsi e cioè ad attuare e portare a compimento le proprie potenzialità individuali. L’uomo dunque non è agito da pulsioni e istinti.

L’autorealizzazione comporta la capacità di pervenire ad un equilibrio tra i propri potenziali creativi e le inevitabili richieste del mondo esterno. L’autorealizzazione non è alla mercé delle pressioni ambientali ma è una spinta interiore dell’individuo ad affermarsi: tale processo è facilitato dalla consapevolezza delle proprie preferenze.

L’autoattualizzazione si ripercuote anche sugli altri, nel momento in cui ne subiscono la benefica influenza; essa quindi acquisisce anche un elevato valore sul piano sociale oltre che individuale.

La mancata autorealizzazione dell’individuo dà origine facilmente ad uno stato patologico caratterizzato dall’ansia e dalla “reazione catastrofica”.

E’ dal modo in cui si affronta la propria ansia provocata dalle inevitabili difficoltà della vita che è possibile distinguere un comportamento patologico da uno sano. Fronteggiare la propria ansia (non subirla) è espressione di un genuino coraggio che non può restare senza positive conseguenze.

L’individuo sano invece sperimenta la paura, che è cosa ben diversa dall’ansia poiché non paralizza la persona e la rende capace di affrontare al meglio le avversità che gli si presentano.

Avere mete personali, apprezzare i cambiamenti, essere curiosi, provare interesse e passione per le sfide poste continuamente dalla vita è espressione di salute mentale.

  • PENSIERO CONCRETO E ASTRATTO

La concezione di Goldstein sul pensiero concreto e astratto si fonda sempre sulle ricerche condotte sui cerebrolesi. Egli osservò che la persona sana è in grado di usare entrambe le modalità, mentre i cerebrolesi (con lesioni al lobo frontale) sono incapaci di uscire dalla modalità del pensiero concreto adottando un pensiero rigido.

Anche uscendo dall’ambito neuropsicologico, il fenomeno del pensiero rigido è riscontrabile in molte persone che non sembrano essere in grado di affrontare la vita in modo creativo, e cioè trovando di volta in volta soluzioni e strategie ad hoc e tendendo di volta in volta ad adattare a tali situazioni le strategie già conosciute. Queste persone reagiscono con estrema ansia quando si trovano costrette a cercare soluzioni del tutto nuove.

Goldstein attribuisce alla creatività un grande valore terapeutico ed evolutivo.

 

 

 

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