RAPPORTO TRA  SOGGETTO E OGGETTO NEL PROCESSO PERCETTIVO


Nella percezione, come anche in ogni altra attività psichica, l’oggetto ed il soggetto della percezione sono due elementi distinti ma complementari, che formano un tutt’uno.

Vi sono tre approcci allo studio di ciò che lega soggetto ed oggetto nel processo percettivo:

  • Lo Human Information Processing considera l’uomo come elaboratore passivo: il soggetto sceglie cosa elaborare ma non come e quando; il costruttivismo considera l’uomo come costruttore attivo della realtà e della conoscenza. Entrambi questi approcci pongono una linea di demarcazione tra soggetto (percepiente) e oggetto (mondo). La realtà che noi conosciamo è il risultato di una filtrazione dell’informazione sensoriale operata a partire dagli organi di trasduzione alle strutture più complesse del sistema cognitivo. Lo stimolo viene trasformato in simboli utilizzati per ricostruire una realtà interna.
  • Secondo la Gibson, ed in generale l’approccio ecologico, l’informazione non è il risultato dell’elaborazione cognitiva dei segnali in entrata, non si tratta di dare un significato a rappresentazioni o simboli. Essa è disponibile già nell’ambiente e deve solo essere raccolta. Quindi non vi è una linea di demarcazione tra oggetto e soggetto. Ciascun oggetto possiede le cosiddette affordances che sono quelle proprietà degli oggetti in sintonia con i bisogni e gli obiettivi degli organismi e quindi con le loro caratteristiche. Ed è in relazione a questa sintonia o risonanza con l’ambiente, che un oggetto assume un significato funzionale per il soggetto.              Per assetto ottico si intende la configurazione della luce riflessa dagli oggetti che colpisce la retina. Tale assetto porta in se già tutte le informazioni di quell’oggetto necessarie all’individuo. Queste informazioni sono dette invarianti poiché specificano le qualità persistenti degli oggetti e la loro localizzazione spaziale.

 

 

 

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