TEORIE  DELLA  VIGILANZA


Possiamo raggruppare le teorie della vigilanza in tre filoni:

A  -  MODELLI  DI  APPRENDIMENTO

Mackworth per primo ipotizzò che il decremento di vigilanza sia dovuto ad un processo inibitorio dovuto alla mancanza di rinforzo. Infatti secondo Mackworth durante il test viene meno lo stimolo incondizionato "premi adesso!" detto dallo sperimentatore durante la fase di apprendimento del compito e di conseguenza viene meno anche la risposta condizionata "pressione del pulsante" da parte del soggetto.

B  -  MODELLI  NEUROFISIOLOGICI

In base a questo approccio un livello ottimale di performance necessita di un livello ottimale di arousal  cioè l’attivazione generalizzata del SNC e SNP che accompagna molti stati emotivi psicologici e comportamentali, mediata dalla formazione reticolare, dal sistema di proiezione talamica diffuso che proietta a vaste zone corticali e sottocorticali: un aumento o una diminuzione di questo livello ideale provoca un peggioramento della performance. Questo livello di arousal può essere abbassato ad esempio dalla continua ripetizione dello stesso stimolo o di stimoli simili per effetto del fenomeno dell'abituazione. L’'abituazione può essere annullata dalla presentazione di uno stimolo inconsueto che produce un aumento dell'arousal.

C  -  MODELLI PSICOFISICI

La psicologia cognitiva ha elaborato diverse teorie della vigilanza basate tutte su due concetti di fondo:  - vi è una selezione delle info provenienti dall'ambiente;  - tale selezione varia in funzione dell'interesse del soggetto e della natura stessa dell'informazione. In seno a questo filone i principali modelli per spiegare la vigilanza sono tre:

1 - Teoria del filtro -  Proposta da Broadbent secondo il quale il mantenimento dell'attenzione sostenuta deteriora col progredire del tempo a causa del fatto che la presentazione ripetuta di uno stimolo riduce la novità dello stimolo stesso. La novità è una delle tre caratteristiche dello stimolo necessarie perchè esso venga selezionato con più probabilità: intensità, importanza biologica, novità. Se sono presenti più fonti, all'inizio il soggetto presterà attenzione a quelle più significative per lui, ma con lo scorrere del tempo tali fonti perdono la qualità della novità e l'attenzione viene rivolta ad altre fonti prima scartate.

2 - Teoria dell'aspettativa - Il livello di aspettativa e la motivazione dell'osservatore influenzano il livello di vigilanza. Questa teoria non chiarisce i meccanismi di tale fenomeno.

3 - Teoria della detenzione del segnale - Gli stimoli critici sono scoperti dall'osservatore poiché emergono dal rumore di fondo che varia casualmente.

 

 

 

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