STORIA DEL COGNITIVISMO


Il Cognitivismo è un movimento della psicologia sperimentale battezzato nel 1967 con la pubblicazione del libro “Cognitive Psychology” di Neisser in cui egli diede un nome all'indirizzo che emergeva da molti studiosi che continuavano a ritenersi comportamentisti.

A differenza del comportamentismo, l'oggetto di studio dei cognitivisti non è il comportamento manifesto ma la mente. Dunque viene abbandonato l'osservabile per concentrarsi sul riproducibile. Ciò comportò il ritorno al metodo introspettivo e all'utilizzo dei tempi di reazione.

In generale si può dire che secondo i cognitivisti la mente funziona come una elaboratrice attiva delle informazioni che le giungono tramite gli organi di senso. Scendendo più nei dettagli possiamo fare una distinzione tra tre correnti principali del cognitivismo: Human Information Processing (HIP) Psicologia ecologica e la corrente cognitiva-ecologica.

  • Secondo lo Human Information Processing la mente umana opera attivamente sull'informazione proveniente dagli organi sensoriali, nel senso che essa viene trasformata dal soggetto in base ai suoi scopi, aspettative ed esperienze passate. Sotto quest'ottica ha senso quindi fare un'analogia fra mente e computer.
  • Poi c’è la Psicologia ecologica della Gibson, secondo la quale l'analogia mente-computer è priva di senso poiché tutte le attività di pensiero svolte dall'uomo sono influenzate dall'ambiente naturale in cui egli vive.
  • Infine vi è la corrente cognitiva-ecologica che propone uno studio dei processi cognitivi dell’uomo nel suo ambiente naturale.

 

 

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