HENRY MURRAY
1893 - 1988
Medico e Psicologo statunitense, cercò di conciliare gli aspetti statistici delle ricerche sul comportamento con quelli clinici e psicoanalitici focalizzati sulla storia individuale del paziente.
- LA “PERSONOLOGIA”
Il termine personologia fu escogitato da Murray nel 1938 e stava ad indicare una branca della psicologia che si occupava dello studio della vita umana e dei fattori che influenzano il suo corso, e che investiga le differenze individuali e i vari tipi di personalità. Tale scienza comprende anche la psicoanalisi, la psicologia analitica, la psicologia individuale e ogni altra scuola che si occupi dei fattori su indicati.
Nelle intenzioni di Murray la personologia aveva tre scopi molto ambiziosi:
1 - Costruire metodicamente una teoria della personalità.
2 - Escogitare delle tecniche per l’individuazione delle caratteristiche più importanti della personalità.
3 - Scoprire i fattori di base della personalità attraverso lo studio di più individui.
Secondo Murray nella personalità si trovano 3 istanze di base, mutuate dalla psicoanalisi e modificate:
- Es - Oltre alla pulsioni primitive ed inaccettabili, contiene anche impulsi diretti al bene ed alla realizzazione di alti scopi, utili al singolo ed alla società.
- Io - L’Io non ha solo la funzione inibitrice delle pulsioni inaccettabili dell’Es, ma anche quella di favorire l’emersione dei contenuti positivi dell’inconscio.
- Super-Io - E’ il bagaglio morale interiorizzato attraverso l’educazione familiare, scolastica, sociale e culturale. Strettamente connesso a tale istanza è l’Io ideale, ricettacolo delle più grandi aspirazioni e ambizioni personali. Se il Super-Io è dominante l’individuo soggiace ad un ideale dell’Io fortemente condizionato dai valori collettivi anche a scapito delle proprie potenzialità. Quando poi l’ideale dell’Io è scisso dall’influenza del Super-Io, può aspirare a mete delinquenziali.
La sanità mentale corrisponde all’azione cooperante di un Io ben integrato e di un Super-Io benevolo, che non comprometta le aspirazioni individuali.
Murray individua anche quelle che sono le determinanti del comportamento:
- Motivazioni e bisogni: ciascun individuo possiede una tendenza direzionale che è la risultante di una fitta rete di bisogni personali e di quelle che lui chiama “pressioni”, ossia ciò che può modificare in vario modo il benessere dell’individuo.
- Fattori inconsci
- Fattori genetici
Tra i suoi meriti c’è quello di aver inventato il reattivo di Appercezione Tematica (TAT) un test proiettivo per l’indagine della Personalità che è ancora oggi molto diffuso. Consiste nel porre il soggetto di fronte a stimoli poco strutturati, che consentano una varietà risposte o interpretazioni: in tal modo il soggetto tende a proiettare sugli stimoli le proprie caratteristiche di personalità e le proprie motivazioni.
- CREATIVITA’
Il processo creativo può verificarsi in ogni essere umano e non risponde ad un cammino prefissato e predeterminabile. Il processo creativo procede verso una destinazione sconosciuta attraverso innumerevoli digressioni, errori, frammentazioni, molte delle quali avvengono al di fuori della portata della coscienza. I presupposti che favoriscono il processo creativo sono:
- Sufficiente combinazione di elementi rilevanti sia fuori che dentro la mente.
- Circolazione di questi elementi non combinati tra loro: ciò implica una certa permeabilità dei confini tra coscienza e inconscio ed anche il “fattore Siva” ossia l’eterno distruggersi e ricomporsi dell’ordine e del caos; scrive Murray: “…troppa permeabilità è follia…troppo poca è razionalismo ultraconvenzionale”.
- Condizioni favorevoli per la combinazione: destino e fato.
- Impegno continuo e fedele verso lo scopo creativo.