LE 3 FASI DEL COMPORTAMENTISMO
Il comportamentismo è suddivisibile in tre fasi aventi tutte un denominatore in comune: l’oggetto di studio (il comportamento osservabile e non la mente o la coscienza) e il metodo di studio (metodo sperimentale quantitativo e non introspezionista o colloquio clinico):
1 – comportamentismo classico (1913 – 1930); è il comportamentismo iniziato e portato avanti da Watson e suoi seguaci. Epistemologicamente si appoggia all’operazionismo descritto da Bridgman nel 1927 e che risponde a due esigenze : 1- rendere più obiettiva la terminologia scientifica; 2 – spazzare via dall’indagine scientifica tutto ciò che non è direttamente osservabile e che non può essere verificato empiricamente. Si appoggia anche al fisicalismo per cui il linguaggio più scientifico è quello della fisica.
Altre tre caratteristiche proprie del comportamentismo classico presenti in Watson ed altri suoi esponenti sono:
molecolarismo: il termine molecolare mutuato dalla chimica si riferisce all’oggetto di indagine che deve essere la più piccola unità del comportamento cioè le associazioni S-R ;
perifericalismo: mentre il centralismo colloca nel cervello la coscienza ed il pensiero, W. li colloca perifericamente poiché per lui la coscienza corrisponde alle reazioni del Sistema Neurovegetativo e il pensiero corrisponde al linguaggio privo di espressione sonora;
ambientalismo: portato all’estremo da Skinner, per cui è l’ambiente il principale fattore che plasma l’individuo inteso come somma di comportamenti appresi mediante lo schema del condizionamento operante.
2 – neo-comportamentismo (1930 – 1950); l’interesse si sposta sull’apprendimento e, in contrasto alla linea watsoniana, vengono approfonditi argomenti di natura concettuale.
Hull è l’iniziatore del neo-comportamentismo. Egli introdusse nel processo di apprendimento, tra lo stimolo e la risposta, una variabile interveniente (intermedia), che è l’organismo. Quindi per i neo-comportamentisti l’apprendimento segue lo schema S-O-R, mentre per i comportamentisti classici segue lo schema semplice S-R.
Si tratta di un importante passo avanti che ha promosso ricerche sul ruolo svolto dal Sistema Nervoso e dalla personalità sul comportamento.
3 – ceno-comportamentismo (1950 poi divenuto cognitivismo); il principale esponente è Hebb il quale pose alla base del comportamento processi e meccanismi neurofisiologici. La mente non è quindi solo una scatola nera che non può essere osservata e di cui si possono studiare solo le entrate e le uscite come sostenevano i comportamentisti.