DEFINIZIONI E TEORIE DELLE EMOZIONI
Sono state date numerose definizioni delle emozioni, molte delle quali facenti riferimento unilateralmente ad aspetti specifici dell'emotività.
Herbart ad esempio considera solo l'aspetto introspettivo dell'emotività: alla base dei sentimenti positivi sono le "idee in accordo", mentre il dolore rappresenta le idee in conflitto. Tuttavia è stato dimostrato che l'emozione può comparire indipendentemente dalle rappresentazioni mentali.
James e Lange presero in considerazione solo gli aspetti comportamentali ed organici correlati ad eventi emotivi. Essi ipotizzarono che l'emozione nasce dall'autopercezione degli stati del corpo per cui, ad esempio, il dolore è dovuto all'autopercezione delle ghiandole lacrimali.
Oggi si è provato che gli eventi emotivi compaiono prima delle auto percezioni o anche in loro assenza.
Wenger sostiene addirittura che le risposte viscerali sono l'emozione stessa.
McDougall fu il primo a sostenere che l'emozione è un processo che investe l'organismo in toto e che ha un inizio, un decorso e una fine. Egli considerò sia gli aspetti introspettivi che quelli osservabili.
Frijda sostiene che la definizione di emozione dipende dalla teoria a cui fa riferimento chi la fa. Tuttavia egli sostiene che si può in modo generico indicare col termine emozione un processo attinente al comportamento pratico, a risposte fisiologiche, ed alla esperienza personale. L'emozione compare in relazione a determinati oggetti o eventi esterni o interni (passati, presenti e previsti)e a come essi vengono percepiti (positivi o negativi).
DETERMINAZIONE DELLE EMOZIONI
Sono stati utilizzati diversi metodi per la determinazione delle emozioni. Ne consideriamo quattro di essi.
- Analisi fenomenologica - Esperimenti di GIANNINI
In generale l'analisi fenomenologica è un procedimento di ricerca psicologica preliminare rispetto all'indagine sperimentale: prima cioè del vero e proprio esperimento, il ricercatore cerca di mettersi nei panni del protagonista dell'esperimento e di prevedere tutte i possibili fenomeni che la situazione sperimentale potrà determinare.
Ad esempio nell'esperimento della Giannini del '90 fu preliminarmente steso un elenco di 80 tonalità emotive di tipo euforico (o positive=piacevoli, favorevoli alla costruttività ed alle relazioni sociali gradevoli), di tipo disforico (o negative=spiacevoli e di ostacolo alla socializzazione) e di tipo neutro (né piacevoli, né spiacevoli). Furono presi due gruppi sperimentali, uno composto da soggetti intolleranti all'incongruità e al conflitto e l'altro tollerante al conflitto, ai quali vennero mostrate delle parole enigmatiche non di uso comune.
L'ipotesi era che i soggetti intolleranti, e quindi con elevati livelli di conflittualità e di ansia, avrebbero sviluppato tonalità emotive di tipo disforico, mentre i "tolleranti" di tipo euforico.
Le parole vengono colorate da un tono emotivo a seconda dell'umore dell'osservatore. L'ipotesi venne confermata.
- Ricerche basate sul lessico
Si tratta di studi sistematici sul linguaggio verbale corrente, scritto e parlato, utilizzato nel rappresentare i sentimenti, sono numerosi i contributi basati su questo metodo.
Russel propone un modello costituito da due assi: asse piacevolezza / spiacevolezza e l'asse attivazione / inibizione. Concetti e termini descriventi le emozioni derivano dalla combinazione di queste due dimensioni.
Whissel ha ideato uno speciale vocabolario degli affetti con più di 4000 termini per indicare verbalmente le emozioni.
Rosch propose un modello categoriale a tre livelli: il livello superordinato, che consente una prima classificazione dell'emozione di massima (es. positiva / negativa); un livellointermedio, che consente di distinguere emozioni come amore, rabbia e tristezza; e un terzo livello che consente distinzioni ancor più precise.
Harrè infine suggerisce che dal modo con cui noi definiamo le emozioni si possono ricavare informazioni sui vissuti che ne sono alla base e sugli antecedenti situazionali.