MEMORIA AUTOBIOGRAFICA
E’ la memoria degli eventi che abbiamo vissuto nel corso della nostra vita: il ricordo di tutti questi eventi contribuisce alla formazione ed al mantenimento del nostro senso di identità e cioè dell’idea che abbiamo di noi stessi (Neisser, 1988).
Strutturalmente è organizzata gerarchicamente in tre livelli: i periodi di vita, definiti da situazioni generali in atto, ad esempio il periodo del liceo o universitario; gli eventi particolari di qualche periodo di giorni o mesi, come una vacanza; poi ci sono le immagini, le sensazioni e i dettagli di eventi generali.
Brewer (1988) ha osservato come l’informazione di tipo autobiografico decade molto lentamente.
Da alcuni studi condotti su anziani, risulta che questi hanno un maggior numero di ricordi relativi ad eventi recenti (ultimi 10 anni), mentre non ricordano quasi nulla dei primi 5 anni di vita (amnesia infantile). Tra i 10 e i 30 anni si ha un picco (reminiscence peak), in cui si ha una elevata quantità di eventi ricordati. Ciò può essere dovuto ai forti cambiamenti fisici e sociali che si verificano in questo periodo di vita, probabilmente accompagnati da intensi stati emotivi che fissano più a lungo la memoria degli eventi che accompagnano.
Il metodo più usato per esaminare la capacità di richiamo della memoria autobiografica è il diario. Il soggetto annota regolarmente ciò che accade e dopo un certo intervallo di tempo deve ricordare l’evento annotato collocandolo nel tempo e nello spazio. Visto però che l’individuo potrebbe annotare eventi che per qualche motivo lo colpiscono maggiormente (e quindi rimangono più facilmente in memoria) si casualizza la scelta degli eventi da annotare, scegliendo a caso i momenti della giornata in cui fermarsi ed annotare ciò che accade in quel momento.
Da questi studi risulta che ad essere ricordati meglio sono gli eventi meno frequenti e quelli più carichi emotivamente.
Inoltre mentre i più giovani ricordano in modo migliore eventi carichi emotivamente, i vecchi ricordano meglio anche gli eventi di cui parlano più frequentemente.
- TESTIMONIANZA E MEMORIA
La Loftus negli anni ’70 condusse una serie di esperimenti che dimostrarono quanto il ricordo di episodi sia poco affidabile, incompleto e scorretto.
Il ricordo può essere infatti influenzato da alcuni fattori tra cui il tipo di domanda relativa all’evento da ricordare o più in generale i pregiudizi del soggetto, che possono distorcere il ricordo favorendo il recupero di quanto in accordo col pregiudizio e sfavorendo il resto. Inoltre il ricordo può essere influenzato da informazioni nuove presentate tra l’evento e il richiamo. Ad esempio in un esperimento viene presentato ai soggetti una scena con un incidente stradale: ad una parte di essi viene fornita una informazione falsa sotto forma di domanda (qual’era la velocità della macchina quando ha superato il fienile?- il fienile non c’era); poi veniva chiesto di rievocare l’evento. Ben il 17% dei soggetti che avevano ricevuto l’informazione ingannevole inserirono nel ricordo l’informazione sbagliata contro il 3% del gruppo di controllo.