Disturbo Borderline di Personalità
Il termine “borderline”, che significa “area di confine” è stato utilizzato per la prima volta da A. Stern, per indicare tutti quei pazienti che non potevano essere collocati né nell’area delle psicosi né in quella delle nevrosi, in quanto manifestavano aspetti di entrambe le aree psicopatologiche.
Gli aspetti principali di questi pazienti sono infatti l’ipersensibilità, un forte senso di inferiorità, debolezza dell’identità, forte depressione legata a un senso di isolamento e di vuoto, rabbia inespressa, impulsività nelle relazioni, massiccio uso del meccanismo di difesa della scissione.
Per “scissione” si intende la tendenza a distinguere gli aspetti negativi da quelli positivi nella rappresentazione di sé, degli altri e della realtà e l’incapacità di integrarli in una immagine completa che corrisponda alla realtà. Per questo motivo l'individuo riesce a vedere un solo aspetto per volta e ciò determina la tipica instabilità delle rappresentazioni, che possono cambiare spesso la loro connotazione in termini di “buona” o “cattiva”.
Secondo il DSM-IV-TR, l’individuo con Disturbo Borderline di Personalità presenta un quadro clinico caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, instabilità dell'autostima, dell'immagine di sé e dell'umore e una forte impulsività, che inizia nella prima età adulta e si presenta in molte situazioni. Sono presenti almeno 5 dei seguenti aspetti:
- L’individuo cerca disperatamente di evitare un abbandono, reale o immaginario che sia. Egli ha la costante sensazione di essere rifiutato o di perdere un qualche supporto psicologico esterno, che può essere una condizione, una persona o un oggetto. Ciò determina in questi pazienti delle modificazioni instabili dell'immagine di sé, dell’umore, degli aspetti cognitivi e del comportamento. Tipicamente l’individuo prova una forte paura dell’abbandono e rabbia inadeguata, anche in situazioni di brevi separazioni oppure di fronte a cambiamenti inaspettati: ad esempio reagisce in modo esagerato se qualcuno disdice un appuntamento con lui, o anche se qualcuno deve assentarsi per pochissimo tempo a causa di un impegno inevitabile. Egli pensa infatti che l’abbandono è legato al fatto che è stato “cattivo”, è incapace di stare da solo, non tollera le frustrazioni dei bisogni.
- Per evitare l'abbandono è disposto a fare qualsiasi cosa, e questo spiega comportamenti impulsivi come automutilazioni e tentativi di suicidio.
- L’individuo mostra una forte impulsività nelle relazioni interpersonali, che risultano sempre molto intense e instabili, a causa dell'alternanza tra le tendenze a idealizzare e svalutare il partner e la relazione. Egli si dimostra spesso sensibile, empatico ed affettuoso con gli altri, ma l’unico scopo è ottenere la piena disponibilità degli altri nei confronti dei suoi bisogni.
-L'identità dell’individuo, ossia la percezione dell’immagine di sé, risulta alterata e instabile: egli ha la tendenza a cambiare rapidamente e improvvisamente i propri obiettivi, valori, progetti, ad esempio cambia spesso idea sul tipo di lavoro che vuole fare, sulle proprie amicizie e persino sul proprio orientamento sessuale.
- L’individuo manifesta comportamenti impulsivi e potenzialmente dannosi, ad esempio spende in modo eccessivo e avventato, ha rapporti sessuali occasionali e non protetti, abusa di alcool e droghe, guida in modo irresponsabile, divora cibo, quasi a voler incorporare qualsiasi cosa per annullare il senso di vuoto interiore.
- L’individuo mette in atto o semplicemente minaccia di suicidarsi o di farsi del male; il suicidio viene portato a termine nell’ 8-10% dei casi, in particolare se è presente anche un Disturbo Depressivo o abuso di Sostanze.
Questi comportamenti costituiscono spesso l’unico motivo per cui il paziente chiede aiuto, anche ad uno specialista. Sono spesso innescati da minacce di abbandono, ad esempio se il partner afferma di volerlo lasciare perché è stufo della sua aggressività; oppure se si presenta la necessità di assumere maggiori responsabilità, ad esempio un maggiore impegno nel lavoro o nella relazione.
Queste azioni determinano una sensazione di sollievo all’individuo in quanto affermano il suo potere sugli altri e la possibilità di rimediare al fatto di essere cattivo.
- L’individuo mostra instabilità emotiva a causa di una forte reattività dell'umore: ad esempio è molto irritabile, manifesta forte ansia, oppure umore elevato che in genere durano poche ore; ha un umore depresso di base, che spesso è caratterizzato da esplosioni di rabbia, panico o disperazione e solo poche volte è caratterizzato da stati di benessere.
- L’individuo prova un senso cronico di vuoto, che lo porta ad annoiarsi molto facilmente e per cui è costantemente alla ricerca di nuove sensazioni (come darsi all’alcool, alle droghe).
- L’individuo prova una intensa rabbia apparentemente immotivata che non riesce a controllare: ha improvvisi accessi di ira per futili motivi, ad esempio se sente un bambino che piange, oppure usa la violenza, ad esempio se il partner si rifiuta di avere un rapporto sessuale con lui, oppure non gli dà sufficienti attenzioni. In tutti i casi si può notare che la rabbia esplode se l’individuo percepisce minacce di abbandono.
- Se l’individuo è sottoposto a un forte stress e molto spesso in seguito ad un abbandono reale o immaginato, può presentare idee paranoiche, ad esempio convinzione di essere perseguitato, oppure sintomi dissociativi che durano pochi minuti o ore: in questi casi i sintomi scompaiono se il paziente percepisce il ritorno della persona accudente alla sua funzione di sostegno, come accade a un bambino che piange e viene consolato dalla madre.
- Manifestazioni associate
– L’individuo con Disturbo Borderline può oscillare tra le richieste di aiuto e il desiderio di vendetta per un maltrattamento subito.
– Può avere un'immagine di sé come “cattivo” e addirittura può avere la sensazione di non esistere; tali percezioni di solito sono legate alla sensazione di abbandono da parte di una relazione significativa con una figura di accadimento, ad esempio il partner.
– L’individuo con questo disturbo può abbandonare un obbiettivo proprio quando è sul punto di essere realizzato, come ad esempio ritirarsi da scuola o dall’università quando sta ormai per finire, oppure porre fine a una relazione che potrebbe sembrare duratura.
– In alcuni casi come durante periodi di stress, l’individuo può manifestare sintomi simil-psicotici come allucinazioni, distorsioni della propria immagine corporea (ad esempio vedersi grassi se si è magri).
– L’individuo acquista sicurezza se ha vicino un oggetto transizionale, cioè un oggetto che funzioni da mediatore tra mondo interno e mondo esterno, come un animale domestico o oggetto (ne è un esempio la famosa “coperta di linus”), oppure nelle relazioni interpersonali.
– Spesso il paziente perde il lavoro, interrompe gli studi, divorzia, a causa della sua impulsività.
– Nell’infanzia possono essersi verificati abuso fisico o sessuale, incuria da parte dei genitori, gravi problemi nella coppia genitoriale oppure perdita precoce di uno o entrambi i genitori.
- Disturbi associati
– Disturbi dell’Umore.
– Disturbi Correlati a Sostanze.
– Disturbi dell’Alimentazione (in particolare la Bulimia nervosa).
– Disturbo Post-traumatico da Stress.
– Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività.
– Disturbi di Personalità.
- Familiarità
Il Disturbo Borderline di Personalità è circa cinque volte più diffuso tra i consanguinei di primo grado degli individui con tale Disturbo che nella popolazione generale. Inoltre i familiari hanno un rischio più alto di sviluppare un Disturbo Correlato a Sostanze, il Disturbo Antisociale di Personalità e un Disturbo Depressivo.
- Epidemiologia
Il Disturbo Borderline di Personalità riguarda il 2% della popolazione generale, il 75% dei quali sono femmine. Una percentuale tra 30-60% degli individui ha anche altri Disturbi di Personalità.
- Decorso e Prognosi
– Nella maggior parte dei casi l'andamento del Disturbo Borderline è caratterizzato da instabilità affettiva cronica nella prima età adulta, con gravi comportamenti impulsivi che implicano il ricovero in strutture sanitarie o centri per la salute mentale.
– La compromissione del funzionamento psicologico e il rischio di suicidio sono maggiori nell’adolescenza e nella prima età adulta, mentre tendono a scomparire col passare degli anni.
Infatti verso i 30-40 anni la maggior parte degli individui raggiunge una maggiore stabilità nelle relazioni e nel funzionamento professionale.
– Tuttavia la tendenza verso le emozioni intense, l’impulsività e l'intensità nelle relazioni spesso continua per tutta la vita.
ICD-10
Secondo il manuale dell’OMS i criteri sono diversi ma definiscono sostanzialmente la stessa condizione.