COGNITIVISMO E APPRENDIMENTO
Il comportamentismo si rivelò inadeguato a spiegare processi cognitivi come la memoria, la soluzione dei problemi e la percezione.
Per questo motivo fu gradualmente soppiantata dal cognitivismo che nasce ufficialmente nel 1967 ad opera di Neisser.
La genesi della concezione cognitivista ha ricevuto contributi, oltre che dalla psicologia della gestalt e da Hebb (assemblee cellulari), che ne sono antecedenti (precursori), anche da altre teorie come l’Intelligenza Artificiale, la Cibernetica, la Teoria dell’informazione e la Teoria degli automi e della computazione.
Tutte queste teorie hanno in comune il modo di considerare i processi cognitivi intesi di natura logica (simboli) e non fisica, seppur governati da leggi deterministiche come quelle della fisica.
I processi cognitivi, inoltre, sono considerati come operazioni (calcoli) che vengono attuate sui simboli e che seguono determinate procedure o algoritmi.
Questa impostazione trovò sostegno, già negli anni ’50, nei successi ottenuti dall’Intelligenza artificiale (computer, scacchi, problem solving ecc.), ed è per questo motivo che inizialmente il cognitivismo adottò modelli ispirati a tale concezione dei processi cognitivi.
Poichè l’oggetto di studio dei cogntivisti è il sistema cognitivo (il mediatore tra stimoli e risposte) e visto che esso è inosservabile, il ricercatore cognitivista può proporre dei modelli predittivi e verificabili in esperimenti di laboratorio, o anche mediante simulazione al computer.
I modelli dei processi cognitivi corrispondono alla descrizione delle procedure di calcolo (algoritmi) a cui sono sottoposti i simboli.
Nasce qui l’analogia mente-computer, in cui il substrato organico dell’attività cognitiva corrisponde all’hardware e l’attività cognitiva al software.
Nonostante comunque i successi ottenuti nel campo dell’intelligenza artificiale, resta il fatto che il cognitivismo, nella sua fase iniziale, mantenendo una dicotomia insuperabile tra processi mentali e substrato organico, è incapace di capire come gli esseri umani assegnano un significato alle informazioni.